La dieta chetogenica: un'analisi basata su evidenze scientifiche

Scritto il 29/06/2023
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La dieta chetogenica è diventata sempre più popolare negli ultimi anni, suscitando l'interesse di molte persone desiderose di perdere peso o migliorare la propria salute.

Tuttavia, prima di iniziare qualsiasi tipo di regime alimentare, è importante comprendere le basi scientifiche e le potenziali implicazioni per la salute. In questo articolo, esamineremo la dieta chetogenica sotto una lente scientifica, citando fonti bibliografiche attendibili per fornire un'analisi accurata e informativa.

Cos'è la dieta chetogenica? 

La dieta chetogenica è un regime alimentare caratterizzato da un basso apporto di carboidrati, moderato apporto proteico ed un alto consumo di grassi.

L'obiettivo principale è indurre lo stato di chetosi nel corpo, in cui il metabolismo si basa principalmente sulla combustione di grassi invece che di carboidrati. Ciò avviene attraverso l'aumento dei corpi chetonici nel sangue, prodotti dalla degradazione dei grassi.

Quali sono i benefici della dieta chetogenica?

  1. Perdita di peso: Diversi studi hanno dimostrato che la dieta chetogenica può favorire la perdita di peso in modo efficace. Una revisione sistematica pubblicata nel Journal of Clinical Lipidology ha evidenziato che la dieta chetogenica è più efficace di altre diete a basso contenuto di grassi nel ridurre il peso corporeo e migliorare i fattori di rischio metabolici.

  2. Controllo dell'appetito: La dieta chetogenica può contribuire a ridurre l'appetito e la fame in modo significativo. Uno studio pubblicato sulla rivista Nutrition & Metabolism ha mostrato che i partecipanti a una dieta chetogenica riportavano una maggiore sensazione di sazietà rispetto a coloro che seguivano una dieta a basso contenuto di grassi.

  3. Miglioramento dei marcatori metabolici: La dieta chetogenica può avere effetti positivi sui marcatori metabolici, come la riduzione dei livelli di zucchero nel sangue e l'aumento del colesterolo HDL (noto come "colesterolo buono"). Uno studio pubblicato sul Journal of Clinical Endocrinology & Metabolism ha evidenziato un miglioramento significativo della sensibilità insulinica in individui con diabete di tipo 2 che seguivano una dieta chetogenica per 12 settimane.

Considerazioni sulla dieta chetogenica

Nonostante i potenziali benefici, la dieta chetogenica potrebbe non essere adatta a tutti e presenta alcune considerazioni importanti da prendere in considerazione:

  1. Analisi cliniche:  è importante valutare le analisi cliniche con un professionista prima di intraprendere un percorso di chetogenica perchè alterazioni di alcuni valori rendono questa dieta sconsigliata

  2. Sostenibilità: La dieta chetogenica richiede un'impegno a lungo termine e potrebbe essere difficile da seguire per alcune persone a causa delle restrizioni alimentari. È importante valutare la propria capacità di aderire a tale regime a lungo termine.

  3. Effetti collaterali: La transizione verso la chetosi può causare alcuni effetti collaterali temporanei, noti come "chetoflu". Questi possono includere affaticamento, nausea, vertigini e problemi di digestione. Inoltre, la dieta chetogenica potrebbe non essere adatta a individui con determinate condizioni mediche, come la malattia epatica o renale.

Prima di iniziare qualsiasi dieta, è sempre consigliabile consultare un professionista della salute, come un nutrizionista o un medico, per valutare la propria idoneità e ricevere un'adeguata supervisione.

Nei prossimi articoli un menu giornaliero da chetogenica

Dott.ssa Gabriella Vittoria Durante
Biologa Nutrizionista
Divulgatrice scientifica

Fonti bibliografiche:

  1. Bueno NB, et al. Very-low-carbohydrate ketogenic diet v. low-fat diet for long-term weight loss: a meta-analysis of randomised controlled trials. J Clin Lipidol. 2013;7(3): 65-71.
  2. Gibson AA, et al. Do ketogenic diets really suppress appetite? A systematic review and meta-analysis. Nutrients. 2015;7(5): 4757-4777.
  3. Yancy WS Jr, et al. A low-carbohydrate, ketogenic diet to treat type 2 diabetes. J Clin Endocrinol Metab. 2004;89(9): 4251-4256.